ANAFILASSI

L’anafilassi, detta anche reazione anafilattica o shock anafilattico, è una reazione violenta e acuta che si manifesta nell’organismo quando entra in contatto con un allergene o antigene, ovvero una sostanza che per molte persone è innocua, mentre per altri può provocare una reazione allergica.

Nel caso dell’anafilassi, il sistema immunitario crede che quella sostanza sia molto pericolosa per l’organismo e provoca tutta una serie di sintomi gravi e violenti per difendersi.

Affinché l’anafilassi si presenti, c’è bisogno che l’organismo sia stato già esposto alla sostanza che la provoca: la prima volta che la persona entra in contatto con quella sostanza vi è una sensibilizzazione e, ogni volta successiva che vi rientrerà in contatto, rischierà una reazione anafilattica.

Sintomi dell’anafilassi

I sintomi più diffusi dello shock anafilattico sono:

  • Edema, ovvero gonfiori provocati da accumulo di liquido di diversa consistenza negli spazi tra i tessuti e le cellule;
  • Insufficienza cardiaca e cardiocircolatoria;
  • Broncospasmo, ovvero costrizione dei bronchioli, e difficoltà respiratoria;
  • Perdita di coscienza e convulsioni;
  • Collasso;
  • Eritema;
  • Prurito;
  • Asfissia;
  • Soffocamento e senso di angoscia;
  • Vertigini;
  • Cianosi;
  • Disorientamento spaziale e temporale;
  • Dolore all’addome;
  • Diarrea e vomito;
  • Svenimento;
  • Morte (nei casi più gravi).

I sintomi dell’anafilassi si sviluppano, tipicamente, entro 15 minuti dall’esposizione alla sostanza, coinvolgendo le vie aeree, l’apparato gastrointestinale e quello cardiocircolatorio.

La velocità di progressione dei sintomi varia da caso a caso, che dipende dalla sensibilità alla sostanza, dalla modalità di contatto e dalla quantità e velocità di somministrazione.

Cause

Come abbiamo accennato, l’anafilassi è una reazione molto violenta ed eccessiva delle difese immunitarie che si verifica quando l’organismo entra in contatto con determinate sostanze, ovvero allergeni o antigeni.

Le sostanze che comunemente provocano anafilassi in persone predisposte sono:

  • Farmaci (soprattutto penicillina e alcuni tipi di antibiotici);
  • Veleni di animali, come quelli rilasciati durante le punture di insetti (vespe, ragni, serpenti, ecc.);
  • Lattice e nichel;
  • Alimenti (soprattutto arachidi, noci, crostacei e frutti di mare, fragole, ecc.);
  • Alcuni tipi di proteine.

Si può entrare in contatto con queste sostanze mediante:

  • Inalazione (di pollini, spore di muffe, ecc.);
  • Contatto con la cute;
  • Inoculazione (punture di insetto, trasfusioni, iniezioni, ecc.);
  • Ingestione (di alimenti e farmaci).

Quindi, l’anafilassi è provocata dal sistema immunitario che, per tentare di difendersi dalle sostanze che ritiene pericolose in persone predisposte, rilascia particolari sostanze nell’organismo chiamate mediatori, come istamina e leucotrieni.

L’istamina è una sostanza ad azione vasoattiva che provoca edema delle mucose, ipotensione e ipovolemia, mentre i leucotrieni hanno azione broncocostrittrice, ovvero provoca il restringimento delle vie aeree (broncospasmo) e soffocamento.

Il rischio di anafilassi cresce quando:

  • Si è avuto uno shock anafilattico in passato;
  • Si hanno alcune patologie atopiche come eczema, rinite allergica, allergie alimentari e asma;
  • Si hanno uno o più famigliari con allergie ed episodi di anafilassi.

Diagnosi, trattamento e prevenzione

La diagnosi di anafilassi deve essere quanto più tempestiva possibile per poter subito soccorrere la persona.

Abbiamo visto che i primi sintomi iniziano a manifestarsi entro 15 minuti da quando si è entrati in contatto, raramente si manifestano a distanza di ore.

Quindi, appena iniziano a manifestarsi i primi sintomi, solitamente edema e broncospasmo, bisogna subito chiamare i soccorsi e verrà somministrata adrenalina (epinefrina) che è un farmaco salvavita per l’anafilassi.

Superata questa fase di emergenza il medico dovrà risalire alla sostanza che ha provocato lo shock anafilattico con anamnesi, test allergologici, diagnosi differenziale (escludendo patologie che portano ad attacchi di panico e/o asma, sincope, aritmia, ecc.).

Il paziente dovrà restare sotto osservazione per almeno 24 ore e, se necessario, gli verranno somministrati ossigeno, antistaminici e/o farmaci cortisonici.

Per prevenire l’anafilassi bisogna evitare di entrare in contatto con la sostanza che la provoca, quindi, ad esempio:

  • In caso di allergie alimentari: leggere bene le etichette del cibo confezionato; avvertire su cosa si è allergici quando si va a mangiare nei ristoranti o a casa di altri per evitare anche gli alimenti contaminati dall’allergene;
  • In caso di allergie ai farmaci: avvisare sempre il medico sui farmaci/sostanze a cui si è sensibili e allergici;
  • In caso di allergia a punture di insetto: quando si è all’aperto, cospargersi di repellenti per insetti o evitare di andare in luoghi troppo isolati dove sarà difficile ricevere subito i soccorsi;
  • In caso di allergie ai pollini: evitare di uscire nei periodi di massima diffusione dei pollini e giornate ventose.

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