CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI SANITARI
Fanno parte dei rifiuti sanitari, i rifiuti di tutti gli edifici ospedalieri pubblici e privati di diagnosi e cura, compresi i laboratori di ricerca e di analisi e quelli derivanti da tutte attività assistenziali e sanitarie a domicilio.
Le modalità di classificazione, gestione e smaltimento dei rifiuti sanitari sono disciplinate da diversi e numerosi decreti ministeriali, norme e circolari.
Inoltre, sempre la normativa, prevede corsi di formazione professionale in merito alla raccolta differenziata e all’utilizzo degli strumenti tecnologici per il trattamento dei rifiuti sanitari.
Come si classificano i rifiuti sanitari
I rifiuti sanitari si suddividono in:
- Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
Ovvero quelli provenienti dai reparti di malattia infettiva, quindi con rischio di trasmissione di agenti patogeni:
- Tutti i rifiuti che provengono dai reparti in cui hanno soggiornato i pazienti e tutti i rifiuti contaminati da fluidi e sostanze corporee infetti (sangue, liquido cerebro-spinale, seminale, amniotico, pericardico, ecc.) visibili o non visibili, come rifiuti contenuti nei cestini dei reparti di malattia infettiva, presidi e strumenti monouso di diagnosi e cura, assorbenti, pannolini e pannoloni, flebo, garze e bendaggi, ecc.;
- Tutti i rifiuti provenienti da attività e soggiorno veterinari a rischio di trasmissione di agenti patogeni, ovvero presidi medici monouso di diagnosi e cura, traversine e lettiere, garze, bendaggi, ecc.
- Tutti i rifiuti taglienti o non taglienti, come strumentazioni monouso quali aghi, siringhe e simili.
Questa tipologia di rifiuti dovrebbe essere prima disinfettata (Legge 405/2001 art.2 comma 1-bis) e poi immessa in contenitori omologati ed etichettati per il trasporto di merci sanitarie pericolose. Verranno poi condotti in impianti di termodistruzione autorizzati.
Seppur le direttive della Legge 405/2001 art.2 comma 1-bis, indichino di disinfettare i rifiuti sanitari pericolosi, ad oggi non esiste un prodotto in grado di soddisfare i requisiti disposti da tale Legge, ovvero “mediante prodotti registrati presso il Ministero della Salute che assicurino un abbattimento della carica batterica non inferiore al 99,999 per cento” così come si può leggere nel testo legislativo sopracitato.
- Rifiuti sanitari pericolosi a rischio chimico
Ovvero quelli provenienti da laboratori di analisi, diagnosi e radiologici:
- Tutti quei liquidi che non possono essere immessi direttamente nella rete di scarico fognario, ovvero solventi, reagenti, oli esausti, disinfettanti, ecc.
- Tutti i rifiuti non liquidi ma che hanno bisogno di uno smaltimento particolare, ad esempio lampade fluorescenti, rifiuti che contengono mercurio, piombo, amianto ed altre sostanze pericolose, batterie, ecc.
I rifiuti liquidi, prima di essere immessi nella fogna devono essere resi innocui tramite impianto di depurazione interno alla struttura sanitaria, in caso di mancanza di suddetto impianto vengono trasportati in un impianto idoneo tramite taniche omologate ed etichettate.
Mentre i rifiuti solidi di questa tipologia sono trasportati in contenitori omologati ed etichettati nei centri di smaltimento autorizzati.
- Rifiuti sanitari non pericolosi:
- Tutti i rifiuti paragonabili a quelli urbani prodotti con le normali attività sanitarie e non provenienti dai reparti di malattia infettiva, come vetro, carta, cibo, imballaggi, metalli, plastica, ecc. che vengono differenziati idoneamente e trasportati nei centri di smaltimento autorizzati;
- Strumenti taglienti e non, che non siano infetti (questa tipologia di rifiuti però è smaltito come se fosse un rifiuto pericoloso, in contenitori appositi ed etichettati);
- Tutti i rifiuti a rischio infettivo ma sottoposti già a sterilizzazione che sono da smaltire in discarica o in inceneritore con autorizzazione della Regione.
- Rifiuti sanitari che devono essere gestiti in modo particolare:
- Tutti i tipi di farmaci scaduti ed inutilizzabili, compresi farmaci stupefacenti;
- Animali e cavie da laboratorio;
- Parti anatomiche non identificabili e organi individuabili, siano essi provenienti da operazioni chirurgiche, autopsie e altre attività sanitarie, nonché dalle attività cimiteriali di esumazione ed estumulazione.
I resti organici vengono trasportati dalla polizia mortuaria nella camera mortuaria se si tratta di parti riconoscibili, altrimenti vengono condotti a termodistruttori autorizzati.
Ai farmaci scaduti, di solito, non vengono effettuati trattamenti, vengono trasportati con documentazione che dichiara assenza o presenza di farmaci stupefacenti e possono essere stoccati per un anno se non superano i 20 metri cubi, se invece il quantitativo è superiore, lo stoccaggio dura 3 mesi. Infine, vengono distrutti in un termodistruttore autorizzato.