LA CONTENZIONE: COSA È E LE VARIE TIPOLOGIE
La contenzione consiste in una procedura sanitaria-assistenziale che mira a limitare i movimenti e i comportamenti del paziente con mezzi chimici, ambientali o fisici.
Si tratta di immobilizzare il paziente con presidi applicati al suo corpo o nelle sue vicinanze oppure con somministrazione di farmaci o con la sua permanenza in uno spazio delimitato e sorvegliato.
Attualmente, si sta cercando di trasformare la parola “contenzione” in “protezione” poiché in passato i mezzi di contenzione erano utilizzati in particolare riferimento ai manicomi dove occorreva limitare i movimenti dei pazienti non collaborativi durante le terapie o incapaci di autodeterminarsi o che potevano nuocere a sé stessi e agli altri.
Oggi che i manicomi non esistono più, a volte si ha comunque l’esigenza di immobilizzare intenzionalmente il paziente che ha bisogno di cure e non collabora o che rischia di ledere sé stesso e gli altri. Questo accade, ad esempio, nelle case di cura per anziani o strutture psichiatriche. Quindi, anche per motivi di evoluzione culturale, si vuole adottare la parola “protezione” al posto di “contenzione”.
Le tipologie di contenzione
La contenzione può essere di varie tipologie:
- Chimica, avviene mediante la somministrazione di farmaci che modificano il comportamento del paziente;
- Fisica, avviene mediante presidi quali cavigliere, polsiere e fasce addominali in tessuto isolate dalla pelle del paziente del cotone di Germania, che limitano e riducono la libertà di movimento volontario del paziente. Tali presidi sono, per il paziente, difficili da rimuovere;
- Ambientale, avviene conducendo la persona in uno spazio sorvegliato dal quale non è libero uscire.
Come abbiamo già ribadito, la contenzione delle persone si rende necessaria in alcune strutture come quelle psichiatriche, in cui i pazienti sono in stato confusionale o di grave deterioramento cognitivo.
Durante la contenzione
La contenzione deve essere tale da consentire al paziente di mangiare e bere, mentre i parametri vitali vengono controllati ogni due ore. Inoltre, viene assistito continuamente, ricevendo le necessarie cure igieniche.
L’assistito non può essere contenzionato per più di 12 ore consecutive (a meno che la condizione del paziente richieda tempi diversi). Infine, tra una contenzione e l’altra, gli è garantito il movimento per più di 10 minuti.
Il punto di vista giuridico
Il personale sanitario deve curare e proteggere l’assistito e chi lo circonda, quindi è autorizzato giuridicamente all’atto straordinario della contenzione solo nei casi in cui è ritenuto necessario. Quindi, il personale sanitario non può applicare alcuna forma di contenzione come procedura ordinaria per tutti i pazienti, soprattutto in assenza di prescrizione medica e documenti di valutazione assistenziale che la prevedono.
In questi casi, la contenzione è da ritenersi illecita e il personale medico può essere accusato di lesioni personali, maltrattamento, sequestro di persona e violenza privata. Il personale sanitario, inoltre, è tenuto a denunciare le contenzioni illecite.
Il personale sanitario è tenuto ad informare il paziente nel caso in cui deve essere sottoposto a contenzione che, se in grado di comprendere la procedura, dovrà firmare la documentazione in cui dichiara di aver compreso cosa il personale sanitario farà. Inoltre, deve esserci ulteriore documentazione che descriva dettagliatamente la procedura applicata.
Ovviamente, se il paziente non è in grado di capire perché si rende necessaria la contenzione, costituisce un pericolo per sé stesso e gli altri e non sarà in grado di firmare alcun modulo, la contenzione andrà comunque documentata, poiché trattasi di un atto di responsabilità professionale, di diligenza e di garanzia di protezione nei confronti dell’assistito.
Il documento, in entrambi i casi, conterrà dettagliatamente la motivazione della contenzione, la sua durata, la tipologia utilizzata (chimica, fisica o ambientale), la sorveglianza e il monitoraggio della situazione del paziente.
