IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO E RELATIVI PROBLEMI ALL’ APPARATO GASTROINTESTINALE
La malattia del reflusso gastroesofageo (MRGE) consiste nella risalita del contenuto gastrico dallo stomaco nell’esofago. Può verificarsi, anche occasionalmente, a causa di un’eccessiva distensione dello stomaco dopo un pasto abbondante. Quando i succhi gastrici vengono a contatto con l’esofago, si presentano sintomi come bruciore, senso di acidità e talvolta dolore. Il reflusso acido può causare raucedine e tosse, soprattutto notturna, e sono molto frequenti il dolore toracico e la salivazione eccessiva. I sintomi si accentuano al momento di coricarsi perché la posizione supina favorisce la risalita dei succhi gastrici. È normale che questi sintomi incidano molto sulla qualità della vita, condizionando in modo negativo anche il riposo notturno. Quando si mangia, il cibo ingerito (detto comunemente bolo alimentare) passa dall’esofago allo stomaco attraverso una valvola chiamata cardias. Questa valvola si apre per far passare il bolo dopo la deglutizione e si chiude immediatamente dopo, impedendo al contenuto acido dello stomaco di risalire nell’esofago. Nelle persone con malattie da reflusso gastroesofageo, questa valvola non funziona correttamente, cioè si apre quando non dovrebbe. Tra i motivi più importanti che provocano la chiusura della valvola troviamo, oltre all’assunzione di alcuni farmaci tipo antidolorifici e antibiotici, la presenza di un ernia iatale, il fumo, l’alcool, l’obesità e lo stress in quanto il nostro stomaco è come un secondo cervello per cui risente dei cambiamenti psicofisici e delle abitudini alimentari poco salutari che creano disfagia (difficoltà di passaggio dei cibi o bevande dalla bocca fino allo stomaco). L’esame diagnostico per un maggior approfondimento è la gastroscopia (EGDS) tramite la quale si esaminano l’esofago e lo stomaco, con lo scopo di valutare la presenza di irritazioni dovute alla risalita dei succhi gastrici e/o altre patologie. Purtroppo questa malattia è comunissima tra la popolazione e spesso viene sottovaluta in quanto può causare disturbi cronici, come danneggiamento della mucosa esofagea, ulcere ed emorragie. In base ai risultati dell’esame queste lesioni vengono classificate in cinque livelli di gravità iniziando da piccole erosioni e salendo fino ad arrivare a provocare delle vere e proprie ulcere. L’esofago di Barrett è la complicanza più grave ed è una condizione in cui le cellule della mucosa, che riveste l’esofago, vengono danneggiate. È considerato un disturbo di natura benigna, ma qualora non sia adeguatamente trattato può portare all’insorgere di un tumore all’esofago stesso. Non esiste ad oggi una cura della malattia del reflusso gastroesofageo ma correzioni sullo stile di vita e assunzione di terapia farmacologica atta ad alleviare la sintomatologia. Il compito dell’oss, con pazienti affetti da MRGE, è quello di cercare di far rispettare un corretto stile di vita, facendo evitare grandi abbuffate di cibo, ed aiutare il paziente al consumo di pasti piccoli e frequenti, sconsigliato vivamente di mettere a letto il paziente subito dopo aver mangiato, ma aspettare almeno due ore prima di coricarlo e sdraiarlo con la testa sollevata dal letto di circa 20 cm in modo che i succhi gastrici non risalgano, controllo del peso nei pazienti obesi, ed evitare di somministrare cibi fritti, carni grasse, caffè, bibite gassate, cioccolata.