ASCOLTO ATTIVO
L’ascolto attivo è fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia tra paziente e Operatore Socio Sanitario. Infatti, attraverso l’ascolto attivo, il paziente si sente accolto e compreso.
Inoltre, l’ascolto attivo aiuta l’OSS a riflettere sulle proprie sensazioni, pensieri ed emozioni; in questo modo rielabora ciò che prova e previene lo stress e il burnout.
Cosa significa ascolto attivo?
L’OSS deve ben capire la differenza tra ascolto passivo e ascolto attivo.
L’ascolto passivo, infatti, è tipico di chi compie altre azioni mentre qualcuno sta interloquendo con lui, ha uno sguardo distratto e assente, commenta con le proprie opinioni (anche scollegate dal discorso), ha fretta di offrire la propria soluzione ed è impaziente di arrivare alla fine del discorso.
Quindi, durante l’ascolto passivo, la persona non riesce realmente a comprendere le esigenze della persona che ha di fronte.
L’ascolto attivo, invece, è esattamente il contrario: ovvero, significa concentrarsi sulle parole dell’interlocutore prestandogli tutta la propria attenzione.
Inoltre, l’ascolto attivo non è un ascolto critico, poiché non bisogna giudicare ed esprimere le proprie opinioni su ciò che sta raccontando il paziente.
In cosa consiste l’ascolto attivo?
Durante l’ascolto attivo del paziente, l’OSS:
– Mantiene il contatto visivo con l’interlocutore;
– Non lo giudica ma rimane neutrale;
– Rispetta le pause di silenzio del paziente, senza incalzarlo nel continuare;
– Manifesta rispetto e comprensione con il linguaggio del corpo, ad esempio sorridendo, annuendo, ecc.;
– Mette a proprio agio l’assistito;
– Rivolge delle domande per chiedere precisazioni;
– Riassume ciò che il paziente gli ha riferito per fargli capire di aver compreso ciò che prova e il suo punto di vista.
Dunque, l’ascolto attivo implica che l’OSS sia completamente coinvolto in ciò che il paziente sta raccontando e che lo rassicuri confermando che ha compreso il senso delle sue parole.
A cosa serve l’ascolto attivo?
L’ascolto attivo è necessario per accrescere il senso di fiducia che i pazienti provano verso il personale sanitario in modo che possano essere più precisi e specifici nel raccontare le proprie esigenze, preoccupazioni e disturbi. Aspetti utili per elaborare una migliore strategia sanitaria per l’assistito.
Il paziente ha bisogno di essere ascoltato e compreso: ecco perché nell’ascolto attivo l’OSS deve utilizzare le sue doti empatiche.
Inoltre, abbiamo accennato al fatto che, grazie all’ascolto attivo, l’OSS ha modo di elaborare le proprie emozioni.
Dunque, durante l’ascolto attivo, l’OSS deve prestare attenzione anche a ciò che prova in prima persona:
– sia a livello emozionale (ansia, nervosismo, paura, ecc.);
– sia a livello di sensazioni fisiche (caldo/freddo, respirazione e/o battito cardiaco alterati, senso di chiusura allo stomaco, ecc.);
– sia a livello mentale (pensieri, giudizi, immagini e altro evocati dall’interazione con il paziente).
Notando questi aspetti, l’OSS può imparare a capire quali sono i temi che gli suscitano determinate sensazioni, pensieri ed emozioni per poterle elaborare successivamente, magari con l’aiuto di colleghi o superiori.
In questo modo, si può prevenire lo stress e la “sindrome da burnout”, che si manifesta in coloro che svolgono una professione che prevede l’aiuto e l’assistenza ad altre persone e che hanno un carico emozionale molto elevato.
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