LE LINEE GUIDA: COSA SONO
Nel momento in cui andiamo a parlare di linee guida intendiamo delle raccomandazioni di comportamento clinico utili ad individuare quale sia la migliore modalità di assistenza nei confronti di un paziente.
Il Sistema Nazionale Linea Guida (SNLG) le ha definite come “uno strumento di supporto decisionale finalizzato a consentire che, fra opzioni alternative, sia adottata quella che offre un migliore bilancio fra benefici ed effetti indesiderati, tenendo conto della esplicita e sistematica valutazione delle prove disponibili, commisurandola alle circostanze peculiari del caso concreto e condividendola – laddove possibile – con il paziente o i caregivers”.
Chi redige le linee guida
Ma chi è che redige queste guide? Partiamo con la premessa che, in ambito sanitario così come in una qualsiasi tipologia di lavoro, le linee sono diverse per ogni settore. Detto ciò, vengono realizzate in base a degli studi e prodotte da gruppi multidisciplinari che comprendono esperti, operatori e, persino, i pazienti seppur in una parte più minima.
L’elaborazione avviene attraverso lo studio del settore in questione e, dopo averne riassunto tutti i dati in possesso, si valuta attentamente come massimizzarne i risultati e creare una prassi clinica omogenea ed analoga in tutte le situazioni, così da utilizzare procedure conosciute e, soprattutto, documentate.
Va da sé che queste restano, per l’appunto, linee guida e sebbene si possano applicare generalmente in tutti i casi, queste restano modificabili in base alla situazione o al paziente che ci si ritrova davanti. Sono quindi un valido aiuto ma non una regola ferrea.
Punti chiave delle linee guida
Pur essendoci delle pratiche ben precise da seguire per ogni settore, in ambito sanitario, le linee guida, sono un supporto che, dalla loro, deve avere dei caratteri comuni. Alcuni punti fondamentali sono:
- La multidisciplinarietà. Ovvero, come detto all’inizio, comprendere più persone (esperti, ricercatori, operatori e pazienti) così da avere una veduta più ampia della situazione.
- Avere studi approfonditi alle spalle. Ogni linea guida redatta deve essere basata su fatti dimostrabili e su metodologie comprovate. Oltre ai normali studi devono esserci, come prova, dei trial clinici su pazienti consenzienti che vanno a mostrare tutti gli effetti dei trattamenti usati.
- Come tutte le guide, devono essere chiare e accessibili a tutti gli operatori che ne dovranno fare uso in ambito lavorativo.
- Non devono essere inflessibili. Le linee guida, come già accennato, sono prevalentemente un supporto ma devono, però, essere soggette ad una certa flessibilità e cambiamento. La modifica del comportamento clinico può avvenire sia in base ad una singola situazione che ad un approfondimento degli studi che prevede una variazione permanente della linea in questione.
- Trasparenza. Le linee guida devono essere dimostrabili per chiunque richieda delucidazioni e quindi dichiararne tutte le informazioni.
Per concludere, è molto importante non confondere le linee guida con quelle che vengono definite come “buone pratiche clinico assistenziali” che, rispetto alle prime, tendono ad essere molto più flessibili.
Le linee guida sono fondamentali nello svolgimento della pratica medica perché consentono all’operatore di valutare tutte le scelte possibili nella cura del paziente. Sono altresì importanti per i pazienti perché danno loro la possibilità di capire condizione e cure da affrontare.