BPCO BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA
La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia cronica e progressiva dei polmoni dalla quale non si può guarire. Chi ha questa patologia presenta importanti problemi respiratori, perché ha un’ostruzione cronica a livello bronchiale che rallenta il respiro nella fase espiratoria e non permette all’anidride carbonica di essere completamente espulsa dal corpo. Il paziente ha perciò una quantità di anidride carbonica nei polmoni maggiore rispetto alla norma, perché non è in grado di espellerla dopo una normale inspirazione quindi l’organismo aumenta lo sforzo respiratorio per cercare di liberarsene, ma non ci riesce. La BPCO è una patologia cronica dovuta al fumo delle sigarette, allo stato di malnutrizione, all’inquinamento dell’aria, all’esposizione a polveri industriali oppure, più di rado, ha caratteri di familiarità. I sintomi della BPCO sono la dispnea, cioè la difficoltà di respirazione nella fase espiratoria, e la tosse cronica che spesso è umida e con produzione di espettorato accompagnata da raffreddori frequenti. Questi sintomi spesso vengono sottovalutati dal paziente perché li ritiene comuni per un fumatore, ma questa malattia, se trascurata, progredisce inesorabilmente. In ospedale i pazienti affetti da BPCO, a seconda dei casi, sono sottoposti ad ossigenoterapia per mantenere livelli di ossigeno sufficienti nel sangue e ridurre la dispnea da sforzo, ciò si può prolungare per un lungo periodo di tempo oppure per un periodo limitato, ad esempio, nel momento della dimissione dall’ospedale dopo una riacutizzazione. Comunque l’ossigenoterapia a lungo termine prolunga la vita di soggetti affetti da BPCO in fase avanzata e con livelli di ossigeno nel sangue fortemente ridotti e sebbene la terapia continua sia la forma migliore, l’impiego di ossigeno per dodici ore al giorno può ugualmente apportare benefici.
Quali sono le competenze dell’oss con paziente affetto da BPCO?
L’oss ha competenze di tipo educativo perché spiega al paziente come ridurre i fattori di rischio e prepara psicologicamente il paziente ai sintomi che si potranno presentare nel corso della malattia; mette in atto interventi assistenziali che sono: l’igiene del cavo orale, il mantenimento di un’adeguata idratazione, la gestione e il controllo del presidio dell’ossigenoterapia, l’osservazione dell’integrità cutanea nelle zone a contatto con le forcelle o la mascherina, l’umidificazione dell’aria inspirata con l’ossigenoterapia anche se su questo aspetto ci sono pareri contrastanti. Inoltre si occupa della mobilizzazione, del soddisfacimento di tutti i suoi bisogni di igiene, della raccolta e del trasporto dei campioni biologici di espettorato e della prevenzione delle riacutizzazioni. In quanto oss siamo tenuti a sapere che, ad un paziente con BPCO è probabile venga eseguita una analisi specifica per determinare la quantità di anidride carbonica nel sangue, questa particolare analisi si chiama EGA cioè emogasanalisi. L’oss non può eseguire questa analisi, perché non rientra nelle sue competenze, ma è di sua competenza trasportare il campione biologico di sangue per farlo analizzare.